Bonus PC e Tablet 2025: Guida completa a incentivi e agevolazioni regionali

Cos’è il Bonus Computer 2025, come ottenerlo e a chi spetta

Luca Antonelli

Novembre 10, 2025

Un portatile condiviso, un tablet con la batteria che non regge più e una famiglia che valuta se sostituire i dispositivi per la didattica dei figli: è uno scenario comune nelle case italiane. In molte città le scuole chiedono compiti online e piattaforme didattiche che richiedono macchine più recenti; per questo motivo sono nate misure pensate per alleggerire il costo degli acquisti. Il nome che ricorre è quello del Bonus Computer 2025, ma dietro quel nome non c’è un’unica misura nazionale: si tratta di un insieme di interventi distribuiti a livello locale, pensati per ridurre il gap tecnologico e agevolare l’accesso agli strumenti digitali.

Come funzionano le misure e cosa coprono

Il primo punto da chiarire è che le iniziative sono promosse dalle singole regioni: non esiste un bando uniforme per tutta l’Italia. Alcune amministrazioni erogano voucher da spendere presso rivenditori autorizzati, altre offrono finanziamenti agevolati o rimborsi a seguito dell’acquisto, e in casi specifici sono previsti contributi a fondo perduto. I termini cambiano: ci sono prestiti con tassi ridotti o con gli interessi parzialmente coperti, fino a un valore che può arrivare al 70% del costo degli interessi per alcune regioni. Un dettaglio che molti sottovalutano è che la forma di aiuto incide sulla tempistica: i voucher vanno spesso usati entro scadenze strette, mentre i finanziamenti richiedono istruttorie più lunghe.

Cos’è il Bonus Computer 2025, come ottenerlo e a chi spetta
I passaggi operativi sono abbastanza simili: leggere il bando regionale, raccogliere la documentazione. – adbve.it

In linea generale, le misure sono rivolte prioritariamente a nuclei con studenti, con soglie ISEE che variano tra i 15.000, i 25.000 e i 30.000 euro a seconda della regione. Alcune regioni hanno misure dedicate per persone con disabilità o per categorie particolari: ad esempio, in diverse aree del Sud sono stati pensati incentivi specifici per favorire l’acquisto di dispositivi anche a chi vive in zone con minore connettività. Chi legge è quindi invitato a verificare il bando regionale per capire se la propria situazione rientra tra le priorità di intervento.

Requisiti pratici e passi per presentare la domanda

Per accedere ai contributi quasi sempre serve un ISEE aggiornato: è il requisito più ricorrente nei bandi regionali. L’ISEE si ottiene tramite un CAF o richiedendolo online dal portale dell’INPS, ed è importante che il documento sia coerente con la composizione del nucleo familiare al momento della domanda. Un altro elemento fondamentale è l’identità digitale: molte regioni richiedono SPID o la CIE per l’invio delle istanze. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che in alcune realtà periferiche la procedura può prevedere sportelli locali oltre alla piattaforma online.

I passaggi operativi sono abbastanza simili: leggere il bando regionale, raccogliere la documentazione (ISEE, documento d’identità, codice fiscale), compilare la domanda sulla piattaforma indicata e attendere l’esito. In alcuni casi il contributo è erogato sotto forma di voucher da utilizzare presso esercizi convenzionati; in altri casi si ottiene il rimborso dopo aver effettuato l’acquisto. È cruciale verificare se il bando impone limiti di prezzo o specifiche tecniche per i dispositivi: molte misure prevedono che l’acquisto sia effettuato da rivenditori autorizzati o che il prodotto soddisfi requisiti minimi di memoria o sistema operativo.

In termini geografici, le differenze sono evidenti: regioni come la Sicilia hanno proposto incentivi consistenti per prestiti fino a certe soglie, mentre in regioni del Nord possono esserci misure dedicate a particolari categorie di utenti, come persone con disabilità. Per questo motivo è utile consultare il portale della propria regione e pianificare l’acquisto in funzione delle scadenze. Alla fine, per molte famiglie il risultato di queste misure non è solo un dispositivo nuovo sul tavolo, ma una concreta possibilità di integrare lo studio e il lavoro nella vita quotidiana, riducendo un divario che in molti luoghi d’Italia è ancora percepibile.