Il trucco (legale) per spendere meno in bolletta senza patire il freddo

Regolare

Regolare una giusta temperatura per risparmiare-adbve.it

Franco Vallesi

Novembre 9, 2025

Con bollette più alte e inverni rigidi, la gestione del riscaldamento divide chi cerca comfort e chi vuole risparmiare

Nel pieno dell’autunno, con i termosifoni pronti a rientrare in funzione, molte famiglie italiane si ritrovano a chiedersi qual è la strategia più efficace per riscaldare casa senza spendere troppo. Meglio tenere il termostato acceso tutto il giorno mantenendo una temperatura costante, o conviene piuttosto accendere il riscaldamento solo nelle ore in cui si è realmente presenti? Dietro questa scelta apparentemente semplice si nascondono variabili complesse: isolamento termico, abitudini, tecnologie disponibili, tipo di impianto e perfino posizione geografica.

Secondo le ultime proiezioni, la spesa media per il riscaldamento domestico nella stagione 2025-2026 supererà i 1000 euro a famiglia, spingendo milioni di italiani a valutare con attenzione ogni dettaglio. Eppure non esiste una risposta unica: le differenze tra un appartamento ben coibentato a Milano e una villetta poco isolata in periferia sono abissali. Per capire come gestire il riscaldamento senza sprechi, bisogna osservare da vicino vantaggi, limiti e implicazioni di ogni opzione.

Temperatura fissa e comfort stabile: quando conviene davvero tenere il riscaldamento sempre acceso

Chi ha un’abitazione ben isolata, magari con doppi vetri e cappotto termico, tende spesso a preferire una temperatura costante. Tenere acceso il riscaldamento tutto il giorno a 19-20 gradi, regolato da un buon termostato, garantisce ambienti sempre caldi, senza sbalzi termici, e può prevenire la formazione di muffe, specialmente in case umide o poco ventilate. Questo approccio viene spesso considerato comodo anche da chi lavora da casa o ha bambini piccoli, perché evita attese e garantisce una temperatura sempre uniforme in ogni momento della giornata.

In presenza di impianti moderni a condensazione o riscaldamento a pavimento, il consumo tende ad essere distribuito e modulato con maggiore efficienza. Alcuni esperti sottolineano che le accensioni e spegnimenti frequenti possono stressare l’impianto, generando picchi di consumo e usura precoce della caldaia. A quel punto, paradossalmente, spegnere tutto e riaccendere più volte può costare di più rispetto a un funzionamento costante e controllato.

Problematiche
Evita danni alla caldaia-adbve.it

Ma non tutto fila sempre liscio. In case vecchie o male isolate, anche lasciando il riscaldamento acceso h24, il calore tende a disperdersi rapidamente. Finestre, pareti sottili e spifferi fanno perdere gran parte dell’energia prodotta, costringendo l’impianto a lavorare senza sosta e aumentando i consumi in modo significativo. In questi casi, la temperatura resta apparentemente stabile, ma il costo in bolletta rischia di salire alle stelle. Senza interventi mirati sull’isolamento, la strategia della temperatura costante si rivela spesso controproducente.

Il ruolo della tecnologia smart può però fare la differenza. Termostati programmabili permettono di modulare orari e temperature in base alle abitudini quotidiane, senza sprecare calore quando non serve. Non a caso, le nuove direttive europee spingono sempre di più in questa direzione, premiando chi adotta soluzioni intelligenti per il risparmio energetico.

Accendere solo al bisogno: quando spegnere conviene ma attenzione ai consumi di ripartenza

Dall’altro lato, milioni di famiglie italiane scelgono da anni un approccio più prudente: spegnere tutto quando si esce e accendere solo al rientro, puntando su un uso mirato dell’impianto. È una scelta diffusa soprattutto nei condomini delle città o nelle abitazioni più datate, dove gli sprechi sono all’ordine del giorno. Qui, il riscaldamento viene considerato una voce di spesa da gestire con attenzione chirurgica. Spegnere i termosifoni durante l’assenza, anche per poche ore, può far risparmiare cifre rilevanti a fine stagione.

Chi adotta questa soluzione spesso abbina la strategia a piccoli accorgimenti: chiudere i termosifoni nelle stanze vuote, utilizzare guarnizioni sotto porte e finestre, mantenere una temperatura moderata intorno ai 18 gradi quando presenti in casa. Eppure, anche questo sistema ha i suoi lati critici. Quando si torna in un ambiente freddo, l’impianto deve lavorare al massimo per riportare la temperatura a un livello confortevole. Questa fase di sforzo concentrato può consumare molta energia in poco tempo e causare danni all’impianto nel lungo periodo. Inoltre, il comfort ne risente, soprattutto nelle prime ore della sera, quando la casa impiega tempo a scaldarsi.

C’è anche un aspetto psicologico. Alcuni preferiscono sacrificare qualcosa sul piano economico pur di rientrare in un ambiente già caldo, mentre altri sono disposti a sopportare qualche grado in meno in nome del risparmio. Ma con l’arrivo delle soluzioni smart, oggi è possibile trovare un equilibrio. Un termostato intelligente può essere programmato per attivarsi un’ora prima del rientro, permettendo così di risparmiare senza rinunciare al benessere. Alcuni modelli addirittura leggono le condizioni meteo esterne e adattano la curva di riscaldamento in tempo reale.

Alla fine, la differenza vera la fa la qualità dell’impianto e dell’involucro edilizio. Chi ha una casa ben costruita e tecnologie recenti può adottare anche la strategia della temperatura continua senza temere sorprese. Al contrario, chi abita in edifici vecchi dovrebbe puntare a una gestione flessibile, evitando lunghi periodi di accensione e sfruttando ogni possibilità di isolamento. In entrambi i casi, la manutenzione della caldaia resta fondamentale, sia per la sicurezza che per garantire un rendimento efficiente. E mentre le bollette crescono, la consapevolezza energetica resta la vera armache ogni cittadino può usare per difendersi dal freddo senza bruciare soldi inutilmente.