Il nuovo iPad Pro da 13 pollici ottiene solo 5 su 10 nel test di riparabilità: batteria e schermo i punti critici
Il nuovo iPad Pro con chip M5, presentato da Apple come il tablet più potente e sottile mai realizzato, è finito sotto i ferri di iFixit, la piattaforma indipendente specializzata nello smontaggio e nell’analisi dei dispositivi elettronici.
Come da prassi, a qualche settimana dal lancio ufficiale, i tecnici hanno effettuato un teardown completo del modello da 13 pollici, rivelando i dettagli nascosti all’interno della scocca e valutando soprattutto la facilità di riparazione.
La sottigliezza estrema rende l’iPad Pro più difficile da riparare
Con uno spessore di appena 5,1 millimetri, l’iPad Pro M5 stabilisce un nuovo record per Apple in termini di compattezza, ma questa caratteristica si traduce in una maggiore complessità nelle operazioni di apertura e sostituzione delle componenti interne. Il team di iFixit ha riscontrato subito un limite evidente: l’unico modo per accedere all’interno del tablet è rimuovere lo schermo, un’operazione che richiede precisione assoluta e comporta un rischio concreto di danneggiare il pannello.

Nel video realizzato durante il teardown, si nota come tutti i componenti siano disposti a ridosso dello schermo, rendendo l’apertura un’operazione non adatta a chi non ha esperienza. Va segnalato, però, che Apple ha reso disponibili sia manuali di riparazione ufficiali che ricambi originali, il che semplifica le procedure per i tecnici autorizzati e per chi decide di cimentarsi nella riparazione fai-da-te.
Una volta rimosso il display, alcuni elementi risultano più gestibili. La batteria, ad esempio, è fissata con dieci linguette adesive, che vanno tirate con attenzione per essere rimosse senza danni. Questa soluzione, sebbene richieda tempo e precisione, è comunque più favorevole rispetto all’uso di colle permanenti. Il problema, però, è proprio l’accessibilità della batteria: il pannello frontale deve essere completamente rimosso prima di poterci mettere mano, un ostacolo che pesa molto nella valutazione finale.
Più agevole è l’accesso alla porta USB-C, che può essere sostituita senza intervenire su altri componenti. La scheda logica, invece, richiede lo svitamento di numerose viti, in prevalenza di tipo JIS, quindi non standard per le attrezzature comuni, ma comunque facilmente gestibili con kit professionali.
Riparabilità sotto la media: solo 5 su 10 per il nuovo tablet Apple
Alla fine della procedura, iFixit ha assegnato un punteggio di 5 su 10 alla riparabilità dell’iPad Pro da 13 pollici con M5. Un risultato mediocre, che rispecchia la tensione costante tra design ultra compatto e facilità di manutenzione. Il punteggio non è influenzato tanto dalla complessità dei singoli interventi, quanto dal modo in cui sono accessibili le componenti chiave, prima fra tutte la batteria.
Nel dettaglio, iFixit ha apprezzato la modularità di alcune parti, come la porta USB-C, e la presenza dei manuali di riparazione, che rendono il processo meno rischioso per chi è disposto ad affrontarlo. Ma ha penalizzato fortemente l’obbligo di rimozione del display, la fragilità intrinseca del pannello e la disposizione estremamente compatta delle componenti elettroniche.
L’iPad Pro M5 è stato progettato per offrire il massimo in termini di prestazioni e leggerezza. Ma questa scelta progettuale ha comportato compromessi significativi in termini di accessibilità interna. Chi si troverà nella necessità di sostituire la batteria, lo schermo o altri elementi dovrà affrontare un’operazione che, pur non impossibile, richiede cautela, tempo e attrezzi specifici.
Estetica sempre migliore ma l’hardware?
Apple, con la sua politica sempre più orientata alla riparazione autonoma controllata, fornisce oggi strumenti e pezzi di ricambio, ma il design rimane poco amichevole per l’intervento rapido o amatoriale. È un problema noto nei prodotti di fascia alta del marchio, che privilegiano estetica e ingegnerizzazione spinta rispetto a semplicità e modularità.
Per chi acquista il dispositivo, sapere che il punteggio iFixit è di 5 su 10 può rappresentare un dato importante. Significa che eventuali riparazioni fuori garanzia saranno costose, complesse e potenzialmente rischiose, soprattutto se eseguite senza le competenze adeguate. E anche se la sottigliezza estrema è un traguardo ingegneristico, sul fronte della sostenibilità e della durabilità, il bilancio è meno entusiasmante.
