Anche in Europa crescono i listini delle CPU più popolari. Le cause? Tra richieste AI e scorte limitate, il mercato cambia volto.
Non sono più solo voci dal Giappone: l’aumento dei prezzi dei processori desktop, già osservato in Asia, si sta lentamente allargando ai mercati internazionali. Anche l’Italia, secondo alcune anticipazioni provenienti da fonti cinesi come ChannelGate, si prepara a subire gli effetti di un’ondata di rincari che coinvolge sia Intel che AMD, con particolare impatto sulle CPU più vendute, spesso usate per il gaming o in ambito professionale.
Rincari per Intel: Raptor Lake sotto pressione
Il primo segnale è arrivato da Tokyo, dove i distributori hanno segnalato un incremento fino al 20% per alcune delle CPU più diffuse della famiglia Intel Raptor Lake. La tredicesima e la quattordicesima generazione dei processori di casa Intel, ancora ampiamente utilizzate da gamer e creator, hanno cominciato a mostrare segni di inflazione nei listini già a ottobre. Ma oggi il trend sembra estendersi su scala globale.
In un primo momento, si era ipotizzato che la casa di Santa Clara volesse accelerare il passaggio verso la nuovissima generazione Core Ultra 200S, attesa nel 2026. Ma il motivo reale del rincaro potrebbe essere meno strategico e più strutturale: disponibilità limitata di stock, inflazione dei costi di produzione e crescita della domanda sono elementi che contribuiscono a far lievitare i prezzi.

I processori Raptor Lake Refresh, aggiornamento minore della generazione precedente, non sembrano fare eccezione. Anche questi chip, basati sullo stesso socket LGA 1700, stanno subendo un rincaro che colpisce le fasce medie e alte, proprio quelle più acquistate da chi vuole aggiornare una configurazione da gaming o da lavoro avanzato.
Chi sperava di approfittare di sconti pre-natalizi potrebbe dunque restare deluso. Se la tendenza si consolida, acquistare una CPU nei prossimi mesi costerà sensibilmente di più, soprattutto se si punta a mantenere la compatibilità con schede madri già in uso.
Anche AMD si adegua: Ryzen 5000 e 7000 verso la stretta finale
Nemmeno AMD resta immune da questa ondata di aumenti. I processori della serie Ryzen 5000, basati su architettura Zen 3 e socket AM4, hanno già registrato incrementi compresi tra i 5 e i 20 dollari in molti mercati. Per una linea che si avvicina alla fine del suo ciclo vitale, la situazione è indicativa: meno disponibilità sul mercato, prezzi più alti.
Il socket AM4, introdotto nel 2016, è stato tra i più longevi nella storia recente dell’hardware consumer, ma oggi AMD sembra pronta ad archiviarlo definitivamente. Non a caso, gli analisti ipotizzano che molti distributori stiano limitando le spedizioni per gestire al meglio le scorte residue, in attesa di un passaggio completo alla nuova generazione su AM5.
Situazione analoga anche per i Ryzen 7000, alimentati da architettura Zen 4. Qui l’aumento dei prezzi sembra più contenuto, ma inizia a farsi sentire, complice una disponibilità che in alcuni casi viene interrotta temporaneamente dai distributori. Il blocco delle spedizioni non è casuale: chi detiene gli stock potrebbe attendere ulteriori rialzi per massimizzare i profitti su componenti che rischiano di diventare presto di difficile reperibilità.
L’impatto dell’intelligenza artificiale sul mercato
Un altro elemento da non sottovalutare riguarda l’impatto dell’intelligenza artificiale. Secondo diverse analisi, l’impennata nella richiesta di hardware — anche su componenti destinati al desktop — è legata proprio allo sviluppo massivo di applicazioni AI locali. Dalla modellazione grafica alla generazione testuale, sempre più utenti privati cercano potenza elaborativa avanzata. E la pressione sull’offerta, in questo scenario, porta i prezzi a salire.
Curiosamente, non risultano variazioni significative sui prezzi delle linee più recenti, come Ryzen 9000 e i futuri Core Ultra 200S. Probabilmente perché sono ancora poco diffuse, e il loro lancio è destinato a spingere il ricambio generazionale in modo più naturale, senza interventi artificiali sui costi. Ma in un contesto in continuo cambiamento, anche questa situazione potrebbe mutare rapidamente.
Chi sta pensando di aggiornare la propria build con processori basati su AM4 o LGA 1700 farebbe dunque bene a non rimandare troppo l’acquisto. I prezzi potrebbero non tornare ai livelli pre-autunnali, soprattutto se il pensionamento dei socket più longevi procederà come previsto e se la domanda di CPU continuerà a essere alimentata da settori in rapida espansione, come appunto quello dell’AI.
