L’Italia adotta un nuovo sistema di verifica dell’età per impedire l’accesso ai minori ai siti per adulti: il codice sarà fornito da enti terzi e tutelerà l’identità.
Da lunedì 12 novembre 2025 i siti per adulti non saranno più liberamente accessibili in Italia. Una lista di 48 piattaforme, tra cui Pornhub, YouPorn, XVideos e OnlyFans, sarà soggetta a un nuovo meccanismo di accesso, introdotto con l’obiettivo di impedire ai minori di visualizzare contenuti espliciti.
Il cambiamento è previsto dall’articolo 13-bis del Decreto Caivano, in vigore da alcuni mesi, e sarà attuato con una verifica dell’età obbligatoria, che passa attraverso un codice digitale rilasciato da enti certificati. La misura è stata annunciata da AgCom, che ha pubblicato online l’elenco ufficiale dei siti coinvolti e le modalità operative previste dalla delibera 96/25/CONS.
Il meccanismo della verifica: come funzionerà il token digitale
Secondo quanto stabilito dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, per accedere ai 48 siti indicati nella lista pubblicata il 4 novembre, non basterà più dichiararsi maggiorenni con un clic. Il sistema finora usato, ovvero la classica finestra che chiede se l’utente ha compiuto 18 anni, verrà sostituito da una procedura più strutturata. L’utente dovrà ottenere un token anonimo, ossia un codice digitale certificato da un soggetto terzo, come ad esempio una banca, un operatore telefonico o un altro ente autorizzato.

Questo token non conterrà dati anagrafici, ma soltanto l’informazione che la persona ha raggiunto la maggiore età. In questo modo si garantisce la privacy dell’utente, perché il sito non saprà chi sta accedendo, e il soggetto che ha rilasciato il token non sarà in grado di sapere a quale sito verrà utilizzato. Questo approccio è stato definito dalle autorità come sistema a doppio anonimato.
Per facilitare l’uso del nuovo sistema, la Commissione europea ha avviato una sperimentazione in cinque Paesi, tra cui l’Italia, attraverso l’app T-Scy. L’applicazione consente di ricevere automaticamente il token sul proprio smartphone, previa verifica dei dati attraverso le credenziali SPID o la Carta d’Identità Elettronica. La verifica può includere anche l’uso di dati biometrici, come impronta digitale o riconoscimento facciale. Dal 2026, l’intero sistema verrà integrato nel Portafoglio Digitale Europeo, lo strumento che consentirà ai cittadini dell’Unione di accedere ai documenti ufficiali direttamente dal telefono.
Il passaggio rappresenta un cambio netto rispetto al passato, perché coinvolge non solo i siti, ma anche i provider di rete. Saranno questi ultimi a bloccare l’accesso ai siti che non rispettano le nuove regole, impedendo tecnicamente la connessione dalla rete italiana. Chi gestisce i portali interessati dovrà quindi adeguarsi rapidamente, oppure rischiare di essere oscurato per l’intero territorio nazionale.
Chi è coinvolto e cosa cambia per gli utenti
La misura interessa 48 siti, tutti riconducibili al mondo dei contenuti espliciti, ma con caratteristiche diverse. Alcuni sono portali video generalisti a sfondo pornografico, come Pornhub o XVideos, altri sono piattaforme di distribuzione di contenuti a pagamento, come OnlyFans, dove il materiale può essere anche generato dagli utenti. L’elenco è stato redatto da AgCom sulla base di criteri stabiliti dalla legge, e sarà aggiornabile nel tempo, in base alla nascita di nuovi siti o al mutamento delle caratteristiche di quelli già esistenti.
Per gli utenti il cambiamento sarà evidente fin da subito. Chi proverà a collegarsi a uno dei siti interessati senza aver prima richiesto il token, si troverà di fronte a una schermata di blocco. In quel momento potrà avviare il processo di verifica e ricevere il codice, oppure sarà costretto a rinunciare all’accesso. Non sarà possibile aggirare il sistemacliccando su “Sì, ho più di 18 anni”, come avveniva finora.
Riguardo la sicurezza dei dati
Le autorità hanno chiarito che nessuna informazione sull’identità dell’utente verrà condivisa con i siti. L’intero processo è stato costruito per rispettare la normativa europea sulla protezione dei dati personali, e per evitare che chi accede a questo tipo di contenuti venga tracciato o schedato. Solo l’età verrà certificata, e nessuna cronologia o preferenza verrà memorizzata dai fornitori del token.
Resta però un’incognita: come reagirà il pubblico italiano a queste nuove restrizioni? Le abitudini di navigazione potrebbero cambiare, almeno inizialmente. C’è chi teme un incremento dell’uso di VPN o strumenti per mascherare la connessione, e chi pensa che gli utenti più giovani troveranno comunque strade alternative. La Commissione europea, nel frattempo, monitora i dati e valuterà se estendere o modificare il sistema in futuro, anche sulla base dell’esperienza italiana.
Intanto, il 12 novembre si avvicina. E per milioni di utenti italiani, sarà il giorno in cui cliccare “Sì, ho più di 18 anni” non basterà più.
