L’Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e la Regione del Veneto, che costituiscono il Gruppo di Coordinamento del LABORATORIO Livenza 2007, hanno avviato il percorso partecipato ponendosi le seguenti finalità:
- promuovere il reciproco scambio di informazioni tra Amministrazioni e cittadini in merito agli interventi previsti per la messa in sicurezza idraulica del bacino del fiume Livenza;
- condividere le modalità di attuazione degli interventi previsti dalla pianificazione di bacino cogente per la difesa idraulica del Pordenonese, e acquisire indicazioni circa la loro programmazione nel tempo.
Per quanto riguarda lo “scambio di informazioni”, i documenti che verranno portati all’attenzione dei partecipanti al LABORATORIO Livenza 2007 sono:
- Progetto di piano stralcio per l'assetto idrogeologico del bacino idrografico del fiume Livenza (Comitato Tecnico del 11/02/2004, del 28/05/2004, del 21/07/2004, del 23/11/2005 e del 08/03/2006), d’ora in avanti PAI;
- Piano stralcio per la sicurezza idraulica del bacino del Livenza sottobacino del Cellina -Meduna (approvato con Decreto del Presidente del Consiglio Dei Ministri 27 aprile 2006, Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n.243 del 18 ottobre 2006), d’ora in avanti PSI.
Per quanto riguarda invece le “modalità di attuazione” e la “programmazione nel tempo”, durante le attività del LABORATORIO Livenza 2007 si entrerà nel merito solo del PSI.
Operativamente, il percorso partecipato si pone come obiettivo generale quello di valutare e condividere le ipotesi di intervento, le priorità e le modalità di attuazione del Piano stralcio per la sicurezza idraulica del Bacino del Livenza, sottobacino del Cellina Meduna (PSI).
Nel dettaglio, gli obiettivi specifici sono:
- condividere informazioni sulle caratteristiche del bacino del Livenza, in relazione soprattutto alla questione della sicurezza idraulica e dell’assetto idrogeologico del territorio;
- confrontarsi sugli obiettivi, le alternative considerate, le scelte e i possibili effetti sul territorio delle tipologie di intervento individuate negli strumenti di pianificazione di bacino;
- promuovere il dialogo tra le parti e la risoluzione dei conflitti;
- raccogliere aspettative, preoccupazioni, istanze (ad es. di compensazione);
- valorizzare conoscenza e proposte da parte dei portatori di interesse;
- orientare la pianificazione affinché garantisca la sicurezza idraulica, ma risponda anche alle esigenze della comunità e dei diretti interessati
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